Questo lo scrivo per coloro che hanno l'abitudine di cambiare luogo. Gli altri non possono capirci.
Mi svegliai! una mattina, in quello stato di beatitudine familiare dai navigatori e dai viaggiatori su lunghe distanze.
Dov'ero? All'Elba? A Saint Vincent? A Valparaiso? Deliziose giornate in cui non si sa dove si vive! L'albatros saprebbe dire a che latitudine corre l'onda su cui prende slancio?
Al ricordo di questi momenti mi scopro tollerante - per un attimo - per le persone che bevono, giocano o si drogano. Probabilmente conoscono dei momenti che si apparentano a questi istanti. Ma
preferisco di gran lunga i miei. Non sapere che aria si respira, non è già, in qualche modo, essere un corpo nell'estasi?
Aprìi il tambuccio. Vidi l'alba e i suoi colori. Sentìi l'odore della salsedine. Mi ricordai che ero in Sicilia.
In effetti, perchè ero in Sicilia, a Favignana? Per incontrare Gioacchino, il Rais della tonnara. Sentìi che un sorriso mi era passato sul volto. E parlai a me stesso: sei sicuro - mi dissi - che
a qualcuno interessà quello che stai per fare oggi? E mi risposi. Un viaggio è un viaggio.
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