Sito e Blog non ufficiali

Per il sito ufficiale linkarsi a: www.la-boudeuse.org

dom

18

set

2011

La Boudeuse in preparazione per la nuova partenza

La Boudeuse a Nantes
La Boudeuse a Nantes

La Boudeuse a Nantes si prepara per la nuova partenza.

 

In ottobre passerò a bordo alcune settimane per la preparazione dell'armo e delle vele. Si tratta di montare le 96 manovre (drizze, bracci, scotte, rinvìi, ecc.) che servono a manovrare le 13 vele di quello che é considerato l'ultimo veliero da esplorazione ancora navigante al mondo.

 

Leggete l'articolo quì!

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sab

20

nov

2010

Il primo libro del viaggio: Atlantico e Amazzonia

La copertina del libro
La copertina del libro

 

Il 19 novembre é stato presentato il nuovo libro che racconta con testi e immagini eccezionali l'ultimo viaggio della Boudeuse in Amazzonia Francese.

 

Apparso per le Edizioni Gallimard, é il racconto della missione Terre-Océan, dalla partenza a Fecamp fino all'arrivo in Guyane e le missioni scientifiche in piroga nel profondo della foresta amazzonica.

Il viaggio, interrotto provvisoriamente perché il governo francese ha ritirato il finanziamento, ha avuto luogo tra ottobre 2009 e aprile 2010.

 

 

mer

29

set

2010

La petizione per salvare La Boudeuse

 

SOTTOSCRIZIONE INTERNAZIONALE per il tre alberi « La Boudeuse »

 

Con l'obiettivo di permettere la ripresa delle missioni scientifiche internazionali del tre alberi La Boudeuse gli appassionati e gli amici della nave cercano di trovare i mezzi economici per finanziare i viaggi. Per ottenere questo obiettivo abbiamo aperto una sottoscrizione internazionale. Ma Ancora più importante é di sottoscrivere la petizione che spinga il governo francese a rispettare gli impegni presi. Il mancato versamento delle quote promesse ha costretto La Boudeuse a rientrare in Francia in attesa di trovare 1,3 milioni di euro necessari a terminare le spedizioni in America Latina e poi raggiungere Capo Horn per passare in Pacifico e poi tornare in Europa attraverso il Canale di Panama.

 

Vi indico sia il link per versare un contributo che quello per firmare l'importante petizione. Potete anche iscrivervi al gruppo su Face Book « Sauvons la Boudeuse » (Salviamo La Boudeuse)

 

 

mer

01

set

2010

La Boudeuse rientra in Francia

Dopo l'annuncio del Governo francese che il finanziamento della missione Terre Océan é stato sospeso l'equipaggio, rispettando gli ordini del comandante Franceschi, ha dovuto rimettere la prua sulla Francia e riportare il tre alberi in un porto europeo.

 

Ad oggi non sappiamo quale sia il destino della Boudeuse e del suo progetto, ma molti si stanno mobilitando per spingere il Ministero dell'Ambiente francese a rispettare gli impegni presi.

 

Collegatevi con il sito ufficiale per sottoscrivere la petizione in nostro favore.

lun

19

apr

2010

Ultime missioni in Guyana

Questo Sabato mattina la Boudeuse é salpata dal pontile del Centro Spaziale Europeo di Kourou. La sera prima l'equipaggio é stato invitato ad assistere in esclusiva al lancio dell'ultimo vettore spaziale Ariane, che si é tenuto sulla piattaforma "Juppiter".
Une meravigliosa esperienza, giacché, come lo ha ben detto uno dei nostri partner del CNES, "il mare e lo spazio sono l'avvenire dell'umanità!"

La Boudeuse inizia ora la sua ultima missione in Guyana. Questa missione si realizzerà in un punto denominato "Pointe Béhaque" e si trova nell'est del paese, vicino alla frontiera brasiliana. Questa missione é necessaria per completare le ricognizioni scientifiche compiute durante le prime due missioni nella stessa zona, una delle meno conosciute della Guyana.
Composta generalmente da paludi di difficilissimo accesso la Punta Béhaque forma una riserva di biodiversità ancora mal repertoriata e senza dubbio di una grande ricchezza botanica, ma soprattutto per ciò che concerne i mammiferi e gli anfibi.

Questa missione porterà vantaggio all'attività della DIREN (Direzione Regionale dell'ambiente) con sei naturalisti guyanesi distaccati insieme a noi dell'equipaggio.
La nave dovrebbe rientrare a Kourou durante l'ultima settimana di aprile per preparare infine la partenza per la prossima tappa. I 4 mesi di missioni nella foresta amazzonica della Guyana francese hanno dato sicuramente ottimi frutti in ogni dominio scientifico.

 

mer

17

mar

2010

Un video anteprima per ricordare la traversata

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lun

22

feb

2010

Le missioni sono sempre più pericolose...

Dopo due giorni di scalo previsti alla Base Navale di Cayenne per riapprovigionare, la nave e il suo equipaggio hanno lasciato la capitale del Territorio Francese per raggiungere il fiume Oyapok e proseguire la loro missione.

Inizialmente nella zona dell'estuario delfiume per analizzare il limo e continuare il programma sulla bio-diversità e l'entomologia. La risalita del fiume fino a St. George de l'Oyapok rischia di essere piuttosto complessa e pericolosa a causa de numerosi bassifondi e agglomerati rocciosi presenti nel fiume e della assoluta inaffidabilità delle carte. Il tender deve avanzare davanti alla Boudeuse scandagliando in continuazione le acque limacciose del fiume.


Una volta arrivati a St. George la missione geofotografica proseguirà in piroga a partire dal 25 febbraio, rimontando la quasi totalità del fiume. Nel frattempo una ulteriore missione è stata lanciata a ovest di questa regione presso i cercatori d'oro clandestini venuti dal Brasile e irregolari in quest'area. Il fine è di analizzare le problematiche umane legate a questa questione, di forte centralità in Guyana.

 

Questa spedizione si annuncia estremamente pericolosa a causa della diffidenza di questi uomini che si nascondono nella foresta per non essere arrestati dai Gendarmi e che vivono isolati e armati.

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gio

04

feb

2010

Partono le missioni nella Foresta Amazzonica

Piroghe sul fiume Maroni
Piroghe sul fiume Maroni

Domattina alle 8 e mezza, Patrice Franceschi e il suo equipaggio lasceranno l'ormeggio di Kourou per raggiungere le bocche del fiume Maroni, alla frontiera con il Suriname.
E' in quel punto che inizieranno le prime missioni scientifiche sul terreno guyanese. L'equipaggio, attualmente di 26 persone, passerà a 33 il 15 febbraio. Nel corso delle prossime settimane realizzeranno 4 spedizioni differenti, simultaneamente, ma con carattere e difficolta diferente. La Boudeuse servirà da base arretrata e da "nave madre".

 

1 - La prima spedizione avverà nelle acque del fiume Sparaouine, affluente del Maroni, nel cuore della foresta amazzonica. Il suo obiettivo, nel "programma biodiversità", è un censimento ittiologico dei pesci presenti in questa regione, mal conosciuta da questo punto di vista. Questa missione si svolgerà con dei gommoni e delle piroghe cariche di materiali scientifici e di sopravvivenza e sarà realizzata da:


  • - capo spedizione: Sébastien Lemoine, secondo ufficiale
    - Fréderic Lammens, fotografo
    - Paul Le Cann, nostromo
    - Thomas Guery: capo operatore
    - Juan Montoya, università di Ginevra
    - Tamara Fisher, università di Ginevra

 

2 - La seconda spedizione rimonterà il fiume Maroni per realizzare un inventario fotografico delle sue rive. Dotata ugualmente di piroghe e gommoni, sarà realizzata da:
- Capo spedizione: Olivier Archeambeau, università Parigi VIII, presidente della Società degli Esploratori Francese


  • - Fernando Guillot, ufficiale tecnico
    - Géraldine Baffour, marinaia
    - Marie Chenet, CNRS
    - Michael Nommay, sottoufficiale alla meccanica
    - Marc Bernadas, sottoufficiale marinaio

 

3 - La terza spedizione, che riguarderà ancora l'ittiologia, succederà alla missione Sparaouine, e si realizzerà nel Massiccio di Lucifero (Massif Lucifèr), totalmente isolato nella giungla della Guyana. I componenti vi saranno depositati da un elicottero. Sarà composta da:


  • - Capo spedizione: Gérald Muserau, sottoufficiale capo alla meccanica
    - Thomas Guery, capo oparatore
    - Fréderic Lammens, fotografo
    - Juan Montoya, università di Ginevra
    - Tamara Ficher, università di Ginevra
    - Romain Garrouste, università di Tolone
    - Nathalie Franceschi, università della Borgogna


4 - La quarta spedizione, infine, sarà realizzata direttamente dalla Nave Madre, La Boudeuse, lungo le coste della Guyana, tra i fiumi Maroni e Oyapok, alla frontiera del Brasile. Mobilizzerà tutto l'equipaggio e i suoi scienziati e ha questi programmi:

 

a) Biodiversità entomologica e botanica
b) Geologia e studio della previsione degli Tsunami

 

A partire da metà febbraio inizierà inoltre il lavoro sui "cercatori d'oro" e le problematiche dell'inquinamento dei fiumi dovuto al mercurio, necessario all'estrazione del metallo prezioso, oltre all'analisi delle problematiche legate alla pesca d'altura.
L'equipaggio sarà rinforzato, allora, da nuovi scienziati provenienti da varie sedi ri ricerca e ritornerà Valerie Labadine, realizzatrice dei film destinati a France Télévision. Sarà con noi anche Sophie Musset, scrittrice di bordo dei libri che compariranno per le edizioni Gallimard.

 

Leggi la versione ufficiale in francese: clicka quì!

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mar

02

feb

2010

Inizia la campagna scientifica

Iniziano le campagne scientifiche a bordo della Boudeuse.

Il nostro equipaggio si arricchisce di nuovi elementi e il ventaglio delle personalità presenti a bordo mostra ormai tutti i colori del prisma delle personalità.

 

Arrivati a bordo ieri sera la prima parte dell'équipe scientifica della Boudeuse é composta da:

- Olivier Archambeau, geografo, Università di Parigi VIII
- Ariadna Burgos, botanico, Museo Nazionale di Storia Naturale, Parigi
- Adeline Soulier-Perkins, entomologa, Museo Nazionale di Storia Naturale, Parigi
- Bruno Bordenave, botanico, Museo Nazionale di Storia Naturale, Parigi
- Romain Garrouste, entomologo, Universita di Tolone
- Juan Montoya, ichtyologue, Università di Ginevra
- Tamara Fischer, ichtyologue, Université di Ginevra
- Eric Gilli, Géologue, spécialista dei rischi naturali, Università Parigi VIII

 

Il resto dell'equipaggio scientifico raggiungerà la nave l'8 febbraio:

- Marie Chenet, géografa, CNRS
- Nathalie Franceschi, biologa, Università di Bourgogne
- Jean-François Buoncristiani, géomorfologo, Università di Bourgogne.

Come previsto La Boudeuse lascerà il porto canale di Kourou (guyana Francese) per Saint Laurent du Maroni (stessa nazione, ma più a nord-ovest) dove inizieranno le spedizioni terrestri sul fiume Sparaouine, sul Massiccio Lucifero e lungo le cste della Guyane, dalle bocche del Marini al delta dell'Oyapok.

 

I soggetti di studio di questo mese di febbraio riguarderano:
- l'evidenza di inquinamento dovuto al mercurio sui fiumi amazzonici
- l'inventario della biodiversità entomologica e botanica sulla costa della Guyana
- il programma geofotografico lungo l'itinerario della nave
- la prevenzione degli tzunamis tramite alcuni studi geologici costieri e sulle isole
- l'accumulo e la capacità di captare la CO2 di alcuni tipi di piante

 

Ormai ci avviciniamo alla trentina di persone presenti a bordo e la logistica è sempre più difficile da gestire, ma - complici alcune amache che montiamo sul ponte sotto una tenda che ci protegge dalla pioggia torrenziale delle notti equatoriali - tutto l'equipaggio ha un posto per dormire.

Per i materiali è un altro paio di maniche: microscopi, vasetti e provette per le campionature, strumenti di misurazione, apparecchiature elettroniche, telecamere e macchine fotografiche oltre all'attrezzatura tecnica per le missioni: tende, amache, zaini, machetes, viveri, abbigliamento tecnico... Tutto questo prende una quantità di spazio enorme. Ma i ragazzi della Boudeuse sono specializzati nella gestione dello spazio e nella preparazione di missioni in ambienti ostili. Ne vedremo delle belle...!

mar

05

gen

2010

L'arrivo in Guyana

Les Iles du Salut
Les Iles du Salut

Cari amici, in questo sito vi ho presentato il viaggio della Boudeuse, il veliero francese a tre alberi, che è partito per una campagna di 4 anni intorno al mondo e che mi vede parte del suo equipaggio. I temi del viaggio sono legati all'ambiente e alla vita dei popoli che dipendono strettamente dalla natura. Indiani dell'Amazzonia, popolazioni che vivono lungo il Rio delle Amazzoni e il Rio Paranà, indios Mapuche dei canali della Patagonia, popoli polinesiani stabiliti su atolli che rischiano di essere sommersi dalle acque degli oceani che si innalzano a causa del riscaldamento climatico.

La prima tappa scientifica del nostro viaggio è stata la foresta della Guyana Francese, completamente sconosciuta per oltre il 60 % della sue estensione e appena esplorata per un ulteriore 30%, così che in realtà solo il 10 % dell'area forestale risulta conosciuta dagli scienziati e dai geografi. Dopo aver sostato a Lanzarote, a Dakar, e alle isole di Capo Verde, La boudeuse è giunta a Cayenne, la città più grande della Guyane. Sono 70 mila gli abitanti che vivono in questo grosso agglomerato sulla costa nord orientale del Sud America. La cittadina è conosciuta per essere stata durante il secolo XIX° e l'inizio del XX° la base dell'amministrazione coloniale del famoso "bagno penale" che accolse Dreyfus e Papillon, reso famoso dal film. Di fronte alla costa infatti, arrivando direttamente da Capo Verde, abbiamo incontrato le tre isole dove sorgono le rovine della prigione e delle strutture di reclusione dei condannati francesi. Vi si sono consumate varie atrocità.

Siamo giunti di notte, in una zona dove i fondali sono molto pericolosi ed infidi. Come la foresta che cresce sulla costa continentale anche i fondali marini di quest'area sono praticamente sconosciuti. Solo alcune aree intorno alle Isole della Salvezza (Iles du salut, così si chiama questo storico arcipelago) e il canale di ingresso al fiume Maury sono state idrografate. Quindi l'approccio è molto difficile con una nave a vele quadre che manovra con difficoltà e che ha solo un piccolo motore da utilizzare unicamente per le manovre meno importanti. L'area geografica è quella del delta dei grandi fiumi amazzonici, dal Rio delle Amazzoni all'Orinoco. Questi fiumi portano milioni di tonnellate di sabbia e fango che si depositano con una velocità incredibile davanti alle coste della Guyana creando banchi di basso fondale che si muovono giornalmente anche di diverse centinaia di metri. Alle 4 del mattino, proprio prima che iniziasse il mio turno di guardia, gettavamo l'àncora davanti alla baia del penitenziario. I cumuli bassi dell'aliseo che ci spingeva da 24 giorni passavano veloci sopra di noi nascondendo, per momenti, la luna quasi piena che illuminava la nave e le isole in vicinanza. Le ombre alternate alla luce creavano un'atmosfera inquietante.
<Fondo!> è stato l'ordine del nostromo ai ragazzi di prua non appena la Boudeuse si è fermata prua al vento nel punto esatto che avevo scelto per l'ancoraggio. E la catena ha cominciato a filare rumorosamente dall'occhio di cubia cadendo dritta sul fondo sabbioso a 25 metri sotta la chiglia.
Messe a contro (cioé in modo da ricevere il vento al contrario) le vele di mezzana hanno dato un po' di abbrivio verso dietro al veliero.
<A bracciare l'hunier volante! A bracciare l'hunier fisso!> Sébastien, il secondo ufficiale, dava l'ordine ai marinai di serrare le due vele ancora aperte mentre la Boudeuse iniziava a tirare sulla catena che dimostrava di aver aggrappato il fondale.
Di colpo, finita la manovra, il silenzio ha avvolto tutto. Un silenzio udibile, perchè amplificato dallo sciabordio delle piccole onde contro lo scafo. Buona parte dell'equipaggio ha dormito in coperta, nelle amache, carezzato dalla fresca e dolce aria tropicale.

Al mattino, dopo alcune ore dall'arrivo, sono stati messi in acqua i gommoni per visitare l'Ile Royale, dove si trovavano ai tempi la prigione principale e la sede delle guardie e dell'intendenza del Bagno. L'equipaggio si è diviso in turni in modo da avere sempre una squadra a bordo di almeno 4 persone in caso di necessità. Già questo primo approccio con la foresta è stato incredibilmente ricco di incontri: serpenti, lucertole enormi, caimani, pappagalli, scimmie chiassose, capibara, roditori e uccelli condividono una giungla ricchissima. Nella baia, intorno ai vecchi pontili di imbarco delle lance in legno, si aggiravano dei pescecane per nulla rassicurati. E' stato facile immaginare il terrore che ha provato Papillon quando è fuggito lasciandosi derivare nella corrente aggrappato ad una fragile zattera di noci di cocco tenute miseramente insieme da stoffe consunte e corde di fibra di palma.
La corrente in questa zona può raggiungere i 6 nodi e la marea è di oltre 3 metri. Il colore del mare va dal marrone al verde ed è così ricco di detriti fluviali che a dieci centimetri di profondità non vedete più la vostra mano immersa.

Nelle prime ore del pomeriggio l'equipaggio è rientrato a bordo e in poche decine di minuti si è preparato alla manovra. Infatti dalla torre di controllo di Cayenne ci annunciavano che il canale era sgombro e la marea in salita ci permetteva di entrare nel fiume oltrepassando la barra di sabbia che ostruisce normalmente l'ingresso. Quattro ore dopo ormeggiavamo al pontile comerciale e ricevevamo il benvenuto ufficiale delle autorità.

La sosta a Cayenne è durata solo 3 giorni, il tempo necessario ad organizzare la parte amministrativa della missione. Poi, ci siamo mossi verso Kourou, 40 miglia più a nord, dove abbiamo preso possesso del materiale da spedizione, ospiti del porto della base Spaziale Europea da dove avvengono i lanci dei missili Ariane. E' iniziato per l'equipaggio un periodo di addestramento alla vita nella foresta alternato a giornate di riposo. I nostri amici della Legione Straniera e i militari francesi di stanza in questo territorio ci hanno insegnato a marciare nel fango e a pagaiare su piroghe che a stento mantengono l'equilibrio sulle acque fangose dei fiumi amazzonici. Molto tempo è stato occupato nell'addestramento a lavorare in condizioni proibitive, sotto la pioggia costante, con il pericolo di morsi di serpenti, vermi che si infiltrano sotto la pelle e insetti che vi usano come nido per le loro uova. Anche lo sviluppo della capacità di orientamento nella giungla è stato uno dei problemi da risolvere. Ma quello che la foresta dà in cambio a chi sà affrontare questi disagi è unico e impagabile.

Dopo alcune settimane di preparazione dalla base di Kourou sono partite le missioni verso l'interno. L'equipaggio, completato dall'arrivo di una dozzina di scienziati ed esperti in varie discipline, ha iniziato le diverse spedizioni verso l'interno. Intanto alcuni marinai si sono attrezzati per compiere un rilievo foto-cartografico della costa guyanese. Queste fotografie, interfacciate con i dati satellitari e con altri rilievi cartografici, serviranno a creare una cartografia in 3D unica in Sud America.

Prossimamente vi racconterò delle singole missioni e di quello che è accaduto durante l'incontro con i cercatori d'oro clandestini. Questi uomini vivono nascosti nella foresta cercando di non farsi scovare dalle guardie e dall'esercito. Scavano e setacciano le acque dei fiumi e dei torrenti alla ricerca delle pepite e delle pagliuzze dello stesso oro che usavano gli Incas e gli altri popoli andini. Girano armati e sono difficili da avvicinare. E poi vi dirò come i nostri biologi e botanici hanno trovato oltre 30 specie sconosciute di piante nella sola prima settimana di ricerche.
Intanto a bordo la vita prosegue secondo la routine quotidiana, con le manutenzioni, le piccole feste a bordo, l'organizzazione dello shore team di appoggio a chi sta in missione e la preparazione delle prossime navigazioni.

A presto
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